Pregate per me

Pregate per me!
Come i sacedoti non impazziscono – La comunione spirituale

Imitazione di Cristo capito XV
Capitolo XV
LE OPERE FATTE PER AMORE
Dio guarda il cuore
Non si deve fare alcun male, per nessuna cosa al mondo né per compiacenza verso chicchessia; talora, invece, per giovare a uno che ne ha bisogno, si deve senza esitazione lasciare una cosa buona che si sta facendo, o sostituirla con una ancora più buona: in tal modo non si distrugge l’opera buona, ma soltanto la si trasforma in meglio.
A nulla giova un’azione esterna compiuta senza amore; invece, qualunque cosa, per quanto piccola e disprezzata essa sia, se fatta con amore, diventa tutta piena di frutti. In verità Iddio non tiene conto dell’azione umana in sé e per sé, ma dei moventi di ciascuno.
L'insidia della carne
Opera grandemente colui che agisce con rettitudine; opera lodevolmente colui che si pone al servizio della comunità, più che del suo capriccio. Accade spesso che ci sembri amore ciò che è piuttosto attaccamento carnale; giacché è raro che, sotto le nostre azioni, non ci siano l’inclinazione naturale, il nostro gusto, la speranza di una ricompensa, il desiderio del nostro comodo.
Cercare la gloria di Dio
Chi ha un amore vero e perfetto non cerca se stesso, in alcuna sua azione, ma desidera solamente che in ogni cosa si realizzi la gloria di Dio. Di nessuno è invidioso colui che non tende al proprio godimento, né vuole personali soddisfazioni, desiderando, al di là di ogni bene, di avere beatitudine in Dio. Costui non attribuisce alcunché di buono a nessuno, ma riporta il bene totalmente a Dio; dal quale ogni cosa procede, come dalla sua fonte e, nel quale, alla fine, tutti i santi godono pace. Oh, chi avesse anche una sola scintilla di vera carità, per certo capirebbe che tutto ciò che è di questa terra è pieno di vanità.
Mese di Luglio dedicato al Preziosissimo Sangue di Gesù

Dalle «Catechesi» di san Giovanni Crisostomo, vescovo (Catech. 3, 13-19; SC 50, 174-177)/La forza del sangue di Cristo
Vuoi conoscere la forza del sangue di Cristo?
Richiamiamone la figura, scorrendo le pagine dell'Antico Testamento. «Immolate, dice Mosè, un agnello di un anno e col suo sangue segnate le porte» (cfr. Es 12, 1-14).
Mese di Giugno Dedicato al Sacro Cuore di Gesù

DALLA LETTERA ENCICLICA
HAURIETIS AQUAS
SULLA DEVOZIONE AL SACRO CUORE DI GESÙ
Ancor prima di mangiare l’Ultima Cena con i suoi discepoli, al solo pensiero dell’istituzione del Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, la cui effusione avrebbe sancito la Nuova Alleanza, il Cuore di Gesù aveva avuto fremiti di intensa commozione, da Lui rivelati agli Apostoli con queste parole: « Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima di patire »; ma la sua commozione dovette raggiungere il colmo, allorché « prese del pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Questo è il mio corpo, il quale è dato a voi; fate questo in memoria di me ». E così fece col calice, dopo aver cenato. dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel sangue mio, che sarà sparso per voi ».
Si può quindi a buon diritto affermare che la divina Eucaristia, sia come Sacramento che come Sacrificio, di cui Egli stesso è dispensatore e immolatore mediante i suoi Ministri « da dove sorge il sole fin dove tramonta », come pure il Sacerdozio, sono doni palesi del Cuore Sacratissimo di Gesù.
L’enciclica è raggiungibile al seguente indirizzo: