Anno Giubilare di San Giuseppe

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San Giuseppe occupa un posto speciale nel cuore dei credenti. Tutti possono trovare in san Giuseppe un intercessore, una guida nei momenti di difficoltà. È patrono delle famiglie, dei lavoratori, della buona morte.

L’8 dicembre 1870  con il Decreto Quemadmodum Deus, il Beato Pio IX, mosso dalle gravi e luttuose circostanze in cui versava una Chiesa insidiata dall’ostilità degli uomini, dichiarò San Giuseppe Patrono della Chiesa Cattolica.    

A 150 anni da quel decreto Papa Francesco indice un anno speciale dedicato a San Giuseppe che si concluderà l’8 dicembre 2021. Tale decreto è arricchito di numerose indulgenze plenarie che possono essere lucrate da tutti i fedeli alle consuete condizioni : l’animo distaccato da qualsiasi peccato , confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre.

Di seguito i particolari.

Si concede l’Indulgenza plenaria.

  1. Si concede l’Indulgenza plenaria a quanti mediteranno per almeno 30 minuti la preghiera del Padre Nostro, oppure prenderanno parte a un ritiro spirituale di almeno una giornata che preveda una meditazione su san Giuseppe;
  2. Coloro i quali, sull’esempio di san Giuseppe, compiranno un’opera di misericordia corporale o spirituale, potranno ugualmente conseguire il dono dell’Indulgenza plenaria.
  3. Si concede l’Indulgenza plenaria per la recita del Santo Rosario nelle famiglie e tra fidanzati.
  4. La Penitenzieria Apostolica concede l’Indulgenza plenaria ai fedeli che reciteranno qualsivoglia orazione legittimamente approvata o atto di pietà in onore di san Giuseppe, per esempio “A te, o Beato Giuseppe”, specialmente nelle ricorrenze del 19 marzo e del 1° maggio, nella Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, nella Domenica di San Giuseppe (secondo la tradizione bizantina), il 19 di ogni mese e ogni mercoledì, giorno dedicato alla memoria del Santo secondo la tradizione latina.

Nell’attuale contesto di emergenza sanitaria, il dono dell’Indulgenza plenaria è particolarmente esteso agli anziani, ai malati, agli agonizzanti e a tutti quelli che per legittimi motivi siano impossibilitati a uscire di casa, i quali con l’animo distaccato da qualsiasi peccato e con l’intenzione di adempiere, non appena possibile, le tre solite condizioni, nella propria casa o là dove l’impedimento li trattiene, reciteranno un atto di pietà in onore di san Giuseppe, conforto dei malati e patrono della buona morte, offrendo con fiducia a Dio i dolori e i disagi della propria vita

Patris corde

Il Decreto dell’indulgenza plenaria è accompagnato dalla lettera apostolica Patris corde, firmata da Papa Francesco sulla figura straordinaria di san Giuseppe.

Clicca qui per leggere il testo completo della lettera apostolica Patris corde

Il fedele nutrizio e custode

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Il fedele nutrizio e custode



Regola generale di tutte le grazie singolari partecipate a una creatura ragionevole è che quando la condiscendenza divina sceglie qualcuno per una grazia singolare o per uno stato sublime, concede alla persona così scelta tutti i carismi che le sono necessari per il suo ufficio. Naturalmente essi portano anche onore al prescelto. Ecco quanto si è avverato soprattutto nel grande san Giuseppe, padre putativo del Signore Gesù Cristo e vero sposo della regina del mondo e signora degli angeli. Egli fu scelto dall’eterno Padre come fedele nutrizio e custode dei suoi principali tesori, il Figlio suo e

Chi è il Cristiano

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CHI È IL CRISTIANO


I cristiani non si differenziano dagli altri uomini né per territorio, né per il modo di parlare, né per la foggia dei loro vestiti. Infatti non abitano in città particolari, non usano qualche strano linguaggio, e non adottano uno speciale modo di vivere. Questa dottrina che essi seguono non l’hanno inventata loro in seguito a riflessione e ricerca di uomini che amavano le novità, né essi si appoggiano, come certuni, su un sistema filosofico umano.

Epifania del Signore

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«Celebriamo la solennità dell'Epifania, nel ricordo dei Magi venuti dall'Oriente a Betlemme, seguendo la stella, per far visita al neonato Messia. Alla fine del racconto evangelico, si dice che i Magi «avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese» (v. 12). Per un'altra strada. Questi sapienti, provenienti da regioni lontane, dopo aver viaggiato molto, trovano colui che desideravano conoscere, dopo averlo a lungo cercato, sicuramente anche con fatiche e peripezie. E quando finalmente giungono alla loro meta, si prostrano davanti al Bambino, lo adorano, gli offrono i loro doni preziosi. Dopo di che si rimettono in cammino senza indugio per tornare nella loro terra. Ma quell'incontro con il Bambino li ha cambiati. L' incontro con Gesù non trattiene i Magi, anzi, infonde in loro una nuova spinta per ritornare al loro paese, per raccontare ciò che hanno visto e la gioia che hanno provato. In questo c'è una dimostrazione dello stile di Dio, del suo modo di manifestarsi nella storia. L'esperienza di Dio non ci blocca, ma ci libera; non ci imprigiona, ma ci rimette in cammino, ci riconsegna ai luoghi consueti della nostra esistenza. I luoghi sono e saranno gli stessi, ma noi, dopo l'incontro con Gesù, non siamo quelli di prima. L'incontro con Gesù ci cambia, ci trasforma... Ogni esperienza di incontro con Gesù ci induce ad intraprendere vie diverse, perché da Lui proviene una forza buona che risana il cuore e ci distacca dal male. C'è una dinamica sapiente tra continuità e novità: si ritorna "al proprio paese", ma "per un'altra via". Questo indica che siamo noi a dover cambiare, a trasformare il nostro modo di vivere pur nell'ambiente di sempre, a modificare i criteri di giudizio sulla realtà che ci circonda. Ecco la differenza tra il vero Dio e gli idoli traditori, come il denaro, il potere, il successo...; tra Dio e quanti promettono di darti questi idoli, come i maghi, i cartomanti, i fattucchieri. La differenza è che gli idoli ci legano a sé, ci rendono idoli-dipendenti, e noi ci impossessiamo di loro. Il vero Dio non ci trattiene né si lascia trattenere da noi: ci apre vie di novità e di libertà, perché Lui è Padre che è sempre con noi per farci crescere. Se tu incontri Gesù, se tu hai un incontro spirituale con Gesù, ricordati: devi tornare agli stessi luoghi di sempre, ma per un'altra via, con un altro stile. È così, è lo Spirito Santo, che Gesù ci dà, che ci cambia il cuore»

(papa Francesco).

I DOLORI E LE ALLEGREZZE DI SAN GIUSEPPE ORIGINE DELLA DEVOZIONE

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I DOLORI E LE ALLEGREZZE DI SAN GIUSEPPE ORIGINE DELLA DEVOZIONE

 

 

Tra tutte le piè devozioni in onore di san Giuseppe spicca quella dei “Sette dolori e sette Gioie”. Essa merita particolare attenzione sia per la sua antichità sia per la sua diffusione.

 

Essa risale al libro “Arte de la unione con Dio”, testo di ispirazione ascetica e spirituale,composto da Giovanni da Fano (n. 1469  m. 1539), un italiano membro del nuovo ramo dei Cappuccini e grande predicato, il quale in tale libro aggiunse come appendice di esercizi spirituali "Li septe pater nostri de san Joseph”, facendone autore lo stesso san Giuseppe.

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