Dai Discorsi di san Bernardo, abate

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 "Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi"[Sal 90,11]. Ringrazino il Signore per la sua misericordia e per i suoi prodigi verso i figli degli uomini. O Signore, che cos’è l’uomo, per curarti di lui o perché ti dai pensiero per lui? E per dimostrare che il cielo non trascura nulla che ci possa giovare, ci metti a fianco quegli spiriti celesti, perché ci proteggano, e ci istruiscono e ci guidino. "Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi". Queste parole quanta riverenza devono suscitare in te, quanta devozione recarti, quanta fiducia infonderti! Sono presenti per proteggerti, sono presenti per giovarti. Anche se gli angeli sono semplici esecutori di comandi divini, si deve essere grati anche a loro perché ubbidiscono a Dio per il nostro bene. Siamo dunque devoti, siamo grati a protettori così grandi, riamiamoli, onoriamoli quanto possiamo e quanto dobbiamo. Tutto l'amore e tutto l'onore vada a Dio, dal quale deriva interamente quanto è degli angeli e quanto è nostro. Da lui viene la capacità di amare e di onorare, da lui ciò che ci rende degni di amore e di onore. Amiamo affettuosamente gli angeli di Dio, come quelli che saranno un giorno i nostri coeredi, mentre nel frattempo sono nostre guide e tutori, costituiti e preposti a noi dal Padre. Ora, infatti, siamo figli di Dio. Lo siamo, anche se questo attualmente non lo comprendiamo chiaramente, perché siamo ancora bambini sotto amministratori e tutori e, conseguentemente, non differiamo per nulla dai servi. Gli angeli di Dio non possono essere sconfitti né sedotti e tanto meno sedurre, essi che ci custodiscono in tutte le nostre vie. Sono fedeli, sono prudenti, sono potenti. Perché trepidare? Soltanto seguiamoli, stiamo loro vicini e restiamo nella protezione del Dio del cielo.

Settembre Mese dedicato alla devozione verso gli Angeli

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Settembre è il mese dedicato dalla devozione popolare ai santi angeli di Dio. La sacra scrittura ci inspira sapientemente ad avere una santa e chiara devozione verso questi spiriti celesti esecutori del volere di Dio. Sono diversi gli episodi, sia nel nuovo che nel vecchio testamento, che vedono gli Angeli protagonisti delle vicende umane.

La Sacra Scrittura si riferisce agli Angeli adoperando anche appellativi non solo personali (come i nomi propri di Raffaele, Gabriele, Michele), ma anche collettivi» (come le qualifiche di Serafini, Cherubini Troni, Potestà, Dominazioni, Principati), così come opera una distinzione tra angeli e arcangeli.

IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA

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IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Il martirio di San Giovanni Battista non è una festa come le altre. Per qualcuno potrà essere un’occasione come un’altra per mettere in scena qualche buona sagra di paese, con magari l’aggiunta di una processione con banda. Ma sarebbe bello se ci fermassimo un’istante a dirci ad alta voce: “si può far festa in un giorno in cui si fa memoria di un morto ammazzato?”.

Beati i puri di cuore perché vedranno Dio

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Beati i puri di cuore perché vedranno Dio

Dal «Libro ad Autolico» di San Teofilo di Antiochia, Vescovo


Se dici: Fammi vedere il tuo Dio, io ti dirò: Fammi vedere l'uomo che è in te, e io ti mostrerò il mio Dio. Fammi vedere quindi se gli occhi della tua anima vedono e le orecchie del tuo cuore ascoltano.
Infatti quelli che vedono con gli occhi del corpo. percepiscono ciò che si svolge in questa vita terrena e distinguono le cose differenti tra di loro: la luce e le tenebre, il bianco e il nero, il brutto e il bello, l'armonioso e il caotico, quanto è ben misurato e quanto non lo è. quanto eccede nelle sue componenti e quanto ne è mancante. La stessa cosa si può dire di quanto è di pertinenza delle orecchie e cioè i suoni acuti, i gravi e i dolci.
Allo stesso modo si comportano anche gli orecchi del cuore e gli occhi dell'anima in ordine alla vista di Dio. Dio, infatti, viene visto da coloro che lo possono vedere cioè da quelli che hanno gli occhi. Ma alcuni li hanno annebbiati e non vedono la luce del sole. Tuttavia per il fatto che i ciechi non vedono, non si può concludere che la luce del sole non brilla.

La gravità del peccato : peccato mortale e peccato veniale

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La  gravità del peccato : peccato mortale e peccato veniale

 

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica
numeri 1854-1863
1854- E opportuno valutare i peccati in base alla loro gravità. La distinzione tra peccato mortale e peccato veniale, già adombrata nella Scrittura, [Cfl Gv 5,16-17] si è  imposta nella Tradizione della Chiesa. L'esperienza degli uomini la convalida.


1855 - Il peccato mortale distrugge la carità nel cuore dell'uomo a causa di una violazione grave della legge di Dio; distoglie l'uomo da Dio, che è il suo fine ultimo e la sua beatitudine, preferendo a lui un bene inferiore.
Il peccato veniale lascia sussistere la carità, quantunque la offenda e la ferisca.

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