I Miracoli Eucaristici

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I MIRACOLI EUCARISTICI

Di seguito è esposto in ordine cronologico un breve elenco di miracoli eucaristici.

Il miracolo eucaristico di Roma (VI- VII sec, conservato a Andechs, in Baviera)

 

Una domenica, mentre comunicava i fedeli nella Basilica di San Pietro, san Gregorio Magno, si trovò davanti la nobile romana che aveva fatto il pane usato per la messa. Nel ricevere Gesù la donna sorrideva in modo incredulo: poiché non credeva che il "suo pane" fosse davvero il corpo di Cristo. Allora il Papa ritrasse 1 ' Ostia e la , porse al diacono, quindi chiese ai fedeli di pregare per far cessare l' incredulità della donna. Una volta tornato all' altare l' ostia si era trasformata in carne di Cristo tinta di sangue, quando la donna lo vide e si convinse l' ostia tornò ad essere pane ad eccezione di una piccola parte che restò tinta di sangue e che si conserva in Baviera.

 

Il miracolo eucaristico di Lanciano (750, Chiesa di San Francesco):

 

Siamo nel 750 circa, un monaco brasiliano dubitava se nell' Ostia consacrata vi fosse il vero corpo di Cristo e se nel vino vi fosse il suo vero Sangue. Tuttavia, non avendo abbandonato la buona abitudine di pregare, chiedeva costantemente a Dio di eliminare quella piaga che gli avvelenava l' anima. Quindi, una mattina, mentre stava celebrando la Santa Messa, ancora immerso nel suo errore vide il pane trasformato in Carne e il vino in Sangue. Atterrito e confuso, dopo esser rimasto per un lungo tempo come rapito in estasi, con viso felice, seppure bagnato di lacrime, chiamando i presenti a vedere, disse: "Per confondere la mia incredulità, benedetto Dio ha voluto svelarsi in questo Santissimo Sacramento e rendersi visibile ai vostri occhi". Il miracolo è ancora visibile.

 

Il miracolo eucaristico di Trani (1000, Duomo):

 

Nel 1000 circa, una donna ebrea, mescolatasi ai fedeli che assistevano alla Santa Messa in Duomo, ricevuta l' Ostia, anziché consumarla la portò a casa per schernire la fede dei cristiani nell' Eucaristia. Messa una padella con dell' olio sul fuoco, non appena questo cominciò a friggere, la donna vi immerse l' Ostia. A contatto con l' olio, improvvisamente, la particola si trasformò in Carne da cui usciva sangue che non si rapprese subito. Presa da terrore, la donna, prima cercò di nascondere il fatto, poi, vinta dal rimorso, si mise a piangere. Alle sua urla accorse una gran folla. Del fatto prodigioso fu avvisato anche il Vescovo, che fece portare processionalmente i resti del miracolo in Duomo, dove è ancora visibile.

 

 

Il miracolo eucaristico di Ferrara (28 marzo 1171, Basilica di Santa Maria in Vado):

 

Avvenne il 28 marzo 1171, giorno di Pasqua, durante la Santa Messa celebrata da Padre Pietro da Verona; prima della comunione, nello spezzare 1' Ostia, da questa sprizzò un fiotto di sangue che andò ad aspergere la volticina bassa sopra l' altare, che è ancora visibilmente sporca di sangue.

 

 

Il miracolo eucaristico di sant' Antonio (1227)

Sant' Antonio coinvolto in una disputa con eretici che negavano la Presenza Reale di Gesù nell' Eucaristia e che pretendevano di vederne una prova inconfutabile, promise un miracolo: la mula di uno di loro dopo tre giorni di digiuno alla biada avrebbe preferito inginocchiarsi davanti all' Ostia consacrata, riconoscendovi il Corpo di Cristo.

Per tre giorni, Antonio si ritirò nel suo convento a pregare e digiunare. Il giorno stabilito il miracolo si realizzò e il padrone della mula si convertì.

 

Il miracolo eucaristico di Alatri (1228, Concattedrale San Paolo Apostolo):

 

Il fatto prodigioso si data fra la fine del 1227 e il 1228, una ragazza, poco più che adolescente, addolorata per un amore non più corrisposto, si rivolse ad una maga. Questa le promise che avrebbe riavuto l' amato se avesse preso un' Ostia consacrata con cui lei avrebbe creato un filtro miracoloso. Una mattina, durante la Santa Messa, ricevuta l' Ostia anziché consumarla la portò a casa e la ripose in una credenza, non avendo il coraggio di portarla dalla maga. Presa dal dubbio se farlo o meno, dopo qualche giorno, riaprì il mobile: l' Ostia si era trasformata in Carne viva. I resti del miracolo sono ancora visibili.

 

I miracoli eucaristici di Firenze (30 dicembre 1230 e 24 marzo 1595, Chiesa di Sant' Ambrogio):

 

Il mattino del 30 dicembre 1230, un prete di nome Uguccione lasciò, dopo la comunione, non si sa bene per quale motivo, alcune gocce di Vino consacrato nel Calice. Prendendo in mano, lo stesso calice il giorno dopo, al posto del vino vi trovò Sangue vivo rappreso. Il 24 marzo 1595, Venerdì Santo, durante la celebrazione scoppiò un incendio nella Chiesa di Sant' Ambrogio, tutti si dettero da fare per salvare il Santissimo Sacramento, ma nella confusione la Pisside contenente le Ostie conservate per le comunioni degli infermi cadde a terra e ne uscirono sei particole che rotolarono nel fuoco. Spento l' incendio, si ritrovarono le sei particole completamente intatte, che sono ancora visibili.

 

Il miracolo eucaristico di santa Chiara d' Assisi (1240)

 

I saraceni tenevano Assisi sotto assedio: irruppero anche in San Damiano, il monastero dove risiedeva santa Chiara, con le altre sorelle. Tutto sembrava perduto, quando Chiara, seguendo una voce interiore, seppure malata, senza paura, si fece condurre dinanzi ai nemici, con in mano l' ostensorio d' avorio in cui era contenuta l' Ostia consacrata: i saraceni miracolosamente fuggirono via e Assisi fu salva.

Il miracolo eucaristico di Bolsena (1263, Duomo di Orvieto):

Siamo ne1 1263, un monaco alemanno dubitava se l' Ostia consacrata fosse il vero Corpo di Cristo e se il vino fosse il vero Sangue. Tuttavia, chiedeva costantemente a Dio di eliminare dall' anima quel dubbio. Un giorno, mentre celebrava la Santa Messa nel CasteIlo di Bolsena, diocesi di Orvieto, tenendo l' Ostia sopra il calice, all' improvviso, la vide trasformarsi in vera Carne, aspersa a tal punto di Sangue (eccetto alcune particeIle sotto le sue dita) da macchiare una benda che serviva per pulire il calice. Il sacerdote, stupito, cercava di coprire il prodigio sotto il corporale, ma le gocce di Sangue che continuavano a sgorgare bagnarono il sacro corporale con macchie a forma di uomo, ancora oggi custodito in un bellissimo reliquiario, visibile nel Duomo di Orvieto.

 

 

Il miracolo eucaristico di Orrida (1273, Santuario di Sant' Agostino):

 

Siamo ne1 1273, una donna su invito di una maga a cui si era rivolta per farsi benvolere dal marito getta un Ostia consacrata sul fuoco, la particola rimasta solo in piccola parte pane si trasformò in carne, da cui sgorgò Sangue abbondante; l' Ostia, il coppo, che conteneva il fuoco e la tovaglia insanguinati sono ancora visibili nel santuario di Sant' Agostino.

 

Il miracolo eucaristico di Parigi - Les Billetes (1290)

 

Un vescovo, storico contemporaneo, narra il miracolo

"La storia del prodigio eucaristico di Billettes è ben nota. La domenica di Pasqua, 2 aprile 1290, un israelita chiamato Jonathas, si procura un' ostia che una parrocchiana di Saint-Merry -attanagliata dalla miseria- gli porta dopo la sua comunione del mattino, pattuendo la restituzione di un pegno.

Venuto in possesso del Corpo sacro del Salvatore, Jonathas sfogò contro di lui la sua rabbia. A colpi di coltello lacerò il pane consacrato. Il sangue scorre. Egli ricomincia ancora. Un fiotto rosso inonda il cofano nel quale è posta l' ostia. Gettata nel fuoco, l' ostia si innalza al di sopra del braciere. Gettata in acqua bollente, essa insanguina la marmitta. Poi si libera in aria, prende l' aspetto di un crocifisso. Infine, da sola, si depone nella scodella di una parrocchiana di Saint-Jean en Grève che la porta dal suo curato. Durante i secoli, essa rimane in un piccolo reliquiario che orna l' ostensorio di Saint-Jean. Solo durante la Rivoluzione si perdono le sue tracce.

"Questo è il racconto, mille volte ripetuto, che i parigini si son tramandati di generazione in generazione. Che cosa c' è di vero in questa storia meravigliosa? Si è tentati di non vedervi che il prodotto della immaginazione antisemitica del Medioevo. Tuttavia i documenti contemporanei del fatto sono unanimi nel narrarlo. Giovanni Villani, nel VII libro della sua illustre "Storia di Firenze" ne parla al capitolo 136.

È localizzato nel tempo (2 aprile 1290), nello spazio (Rue des Billettes), in una casa che diventerà cappella dal 1295 e lo è anche oggi.

Sembrava difficile negare che un avvenimento straordinario, considerato miracolo, sia accaduto a Parigi, in casa dell' israelita Jonathas, durante l' episcopato di Simone-Matifas. Perché, allora, non si è conservata la versione tradizionale del "Miracolo di Billettes" che sembra veramente avere una certa consistenza storica? Purtroppo, non possiamo adorare il SS. Sacramento nell' antica chiesa costruita sul luogo del prodigio e affidata alle Carmelitane di Rennes dal secolo XVII, perché i nostri fratelli separati luterani che la detengono oggi, non conservano la "santa Riserva". Ma i tabernacoli non mancano nelle vicinanze. E la lampada rossa che brilla a Saint-Jean-Saint-François e ai "Blancs-Manteaux" ci ricorda ancora più il trionfo, arrossato di sangue, dell' ostia del 1290 sulle sevizie di Jonathas, l' invincibilità e la perennità della presenza reale in questo sacramento"

 

 

Il miracolo eucaristico di Valvasone (1294, Chiesa del Sacratissimo Corpo di Cristo):

 

Mentre un mattino del 1294 una donna stava lavando delle tovaglie della chiesa, improvvisamente, vide quella che stava strofinando, tingersi di Sangue. Smise di strofinare e si rese conto che il Sangue usciva da una parti cola consacrata che era rimasta prigioniera tra le pieghe della tovaglia. La tovaglia macchiata di Sangue si conserva ancora nella Chiesa del Sacratissimo Corpo di Cristo.

 

Il miracolo eucaristico di Herkenrode (Lummen,Belgio, 1317 cattedrale san Quintino di Hasselt)

 

Mentre un sacerdote confessava un malato, lasciò per un istante, in una stanza, la pisside con le ostie consacrate che fu profanata. Prese fra le mani le sacre specie, queste cominciarono a perdere sangue, allora, spaventati i profanatori scapparono lasciandole sul corporale. Al momento di amministrarle il sacerdote trovò le ostie macchiate di sangue, tale fu lo stupore che prendendo una scusa partì senza comunicare l' ammalato. La reliquia fu deposta nella cattedrale di Herkenrode fino al 1796 poi, posta nell' attuale reliquario nel 1804 e affidata aIla chiesa di san Quintino di Hasselt.

 

Il miracolo eucaristico di Cascia (1330, Basilica Santa Rita da Cascia):

Un sacerdote, al quale era stato chiesto di amministrare i Santi Sacramenti ad un contadino infermo, prese dal tabernacolo una particola consacrata e la depose tra le pagine del Breviario. Al momento di dare la Comunione all' infermo si accorse che l' Ostia rosseggiava di sangue vivo tanto da impregnare le due pagine del Breviario tra le quali si trovava. La pagina sulla quale era rimasta aderente la particola e che presenta una maggiore quantità di sangue dell' altra ( anche se i segni dell' Ostia sono perfettamente combacianti con l' altra pagina), fu donata al convento di sant' Agostino di Cascia, mentre l' altra pagina si conserva a Perugia. Attualmente il miracolo eucaristico è venerato nella Basilica di Santa Rita.

 

Il miracolo eucaristico di Blanot (1331)

Blanot è un piccolo villaggio della Côte d' Or, nel cantone di Liernais e che, prima della Rivoluzione, apparteneva alla diocesi di Autun. Il vescovo di questa città, Pietro Bertrand, fece fare un' inchiesta canonica dal suo ufficiale di curia, l' anno medesimo nel quale accadde il miracolo in questo luogo, Giovanni Javroisier. Così che noi possediamo una relazione dettagliata dei fatti grazie a questo documento contemporaneo.

Il giorno di Pasqua 1331, all' ora di prima, Messer Hugues de Baulmes, vicario di Blanot, celebrò la prima messa e distribuì la comunione in particolare a Jacquette, vedova di Renaud, d' Effours. Ma una particella di ostia consacrata cadde dalla bocca di questa donna sulla tovaglia sorretta da due "probiviri" dei quali uno si chiamava Tommaso Caillot.

La signora Jacquette non si era accorta di nulla. Ma Tommaso che "sorreggeva la tovaglia della parte sud" vide la particella che stava per cadere e gridò verso il sacerdote che deponeva già il ciborio sull' altare: "Sire, Sire, voltatevi di qua perché il Corpo di Nostro Signore è caduto dalla bocca di questa signora sulla tovaglia.

Il celebrante venne perciò a raccogliere la particella caduta sulla tovaglia sotto forma di pane e della grandezza di un obolo e che a tutti appariva così, quand' ecco, tutto di un tratto e così rapidamente come quando alla creazione del mondo il Signore disse: "Che la luce sia fatta e la luce fu", la particella che poteva equivalere a un quinto dell' ostia, disparve e al suo posto si vide una goccia di sangue non già impressa sulla tovaglia ma come zampillante (sporgente) in maniera tale che, secondo l' affermazione di Guyot Besson e Regnaudin de Baulmes, si sarebbe potuta separare con un coltello o qualche altro strumento delicato".

"Vedendo questo, continua il processo canonico, il vicario prese la tovaglia e cominciò a lavare con acqua chiara e pura, nella sacrestia, la parte ove appariva il sangue. Ma, dopo aver lavata e ben strofinata con due dita, una, due, tre, quattro, cinque volte ancora quanto più egli lavava questa parte diventata rossa e anche un po' più larga, tanto meno poteva togliere il "rossore". L' acqua che gli versava uno dei suoi inservienti, Regnaudin de Baulmes, scorreva sempre più chiara.

Il vicario, meravigliato e, versando lacrime, chiese allora un coltello e Tommaso Caillot gli porse il suo. Allora tagliò sull' altare la parte della tovaglia che appariva rossa e la pose in un reliquiario dopo averla mostrata alla gente dicendo: "Buona gente, voi potete ben credere: qui c' è il preziosissimo sangue di nostro Signore Gesù Cristo perché io ho cercato in tutti i modi di lavarlo e di strizzarlo, ma in nessun modo sono riuscito a separarlo da questa tovaglia".

 

Il miracolo eucaristico di Macerata (1356, Chiesa Cattedrale):

Come a Lanciano e a Bolsena tra le mani di un prete dubbioso che celebrava la Santa Messa, al momento della frazione del pane, dall' Ostia cominciò a sgorgare Sangue vivo che per il tremore del celebrante cadde in parte nel calice, in parte sul lino sottostante, ancora visibile nella cattedrale di Macerata.

 

Il miracolo eucaristico di Bagno di Romagna(1412, Basilica Santa Maria Assunta):

Siamo nel 1412, quando un giorno, mentre Don Lazzaro celebra la Santa Messa, preso dal dubbio intorno alla reale presenza di Cristo nell' Eucaristia, vide il calice andare in ebollizione e spandersi Sangue vivo e palpitante fuori dal calice, al punto da inzuppare il suo corporale.

 

Il miracolo eucaristico di Ettiswil (Chiesa di Ettiswil, Svizzera, 1447):

Un giorno la guardiana dei maiali Margherita Schulmeister trovò fra le ortiche qualcosa di strano: era un' ostia profanata rubata da una donna che l' aveva lasciata lì perché il Santissimo Sacramento era divenuto così pesante che non era più in grado di portarlo fra le pieghe del vestito. L' Ostia fu trovata divisa in sette particelle: sei di esse formavano un fiore, la settima era distesa sulle altre e una grande luce le circondava. Avvertito, il curato organizzò una grande processione per riportare l' Ostia in Chiesa, ma riuscì a recuperare solo le sei parti, poiché la settima entrò nella terra. Questa sparizione fu interpretata come un segno: bisognava costruire sul luogo una cappella.

Il miracolo eucaristico di Torino. (6 giugno 1453, Basilica Corpus Domini):

Durante una della tante guerre che in quegli anni insanguinavano l' Italia, era stato sottratto l' Ostensorio con l' Ostia consacrata ad una chiesa parrocchiale e messo in un sacco. Il 6 giugno 1453 il ladro entrò a Torino in groppa ad un giumento che inciampò e cadde a terra facendo uscire dal sacco tutto ciò che l' uomo aveva rubato: improvvisamente l' Ostensorio si animò e si librò in cielo avvolto da un alone di luce che gli faceva da corona. La basilica del Corpus Domini fu costruita nel punto preciso in cui avvenne il miracolo, come ricordo perenne.

Il Miracolo Eucaristico di La Rochelle  (1461)

Il Miracolo Eucaristico di La Rochelle riguarda la guarigione istantanea di un ragazzo muto e paralitico dall’età di sette anni che dopo essersi comunicato nella Messa pasquale del 1461 guarì completamente dalla paralisi e riacquistò l’uso della voce. Il documento più autorevole che descrive visivamente questo Miracolo è il quadro-manoscritto tuttora conservato nella cattedrale di La Rochelle. Durante la Pasqua del 1461, la signora Jehan Leclerc condusse nella chiesa di San Bartolomeo il figlio dodicenne Bertrand, che a sette anni era rimasto paralizzato e muto a causa di una terribile caduta. Al momento della Santa Comunione, il ragazzo fece intendere alla madre che voleva ricevere anche lui Gesù Eucaristia. Inizialmente il sacerdote non voleva comunicarlo a causa della sua impossibilità a parlare e quindi a confessarsi. Il giovane però continuava a supplicare il sacerdote che alla fine permise al ragazzo di ricevere l’Eucaristia. Appena Bertrand ricevette l’Ostia si sentì come scosso da una forza misteriosa. Poteva muoversi e parlare, era guarito. Secondo il documento scritto a mano subito dopo il Prodigio, le prime parole pronunciate da Bertrand furono: «Auditorium nostrum in nomine Domini!». Il documento più autorevole che descrive visivamente questo miracolo è il quadro-manoscritto tuttora conservato nella cattedraledi La Rochelle.

 

Il miracolo eucaristico di Asti (25 luglio 1535, Chiesa San Secondo):

Il mattino del 25 luglio 1535, durante la Messa celebrata nella chiesa di San Secondo al momento della frazione del pane dalla due parti dell' Ostia consacrata uscirono gocce di Sangue che caddero sul calice e sulla patena tingendo anche le dita del celebrante. A differenza degli altri miracoli, dopo alcuni minuti, il tutto scomparve e, oggi, non abbiamo alcun segno visibile del prodigio.

Il miracolo eucaristico di Morrovalle (17 aprile 1560, chiesa Bartolomeo Apostolo) :

Come a Firenze ne11595, il miracolo eucaristico di Morrovalle consiste nella perfetta conservazione di un ' Ostia consacrata durante un incendio nella chiesa dove era conservata.

 

Il miracolo eucaristico di Veroli (26 marzo1570, Chiesa Sant' Erasmo):

Per un' antica tradizione la sera di Pasqua nella chiesa di S. Erasmo a Veroli si procedeva alla solenne esposizione del Santissimo: diversamente da oggi, allora, il Santissimo esposto non era ben visibile; poiché veniva chiuso in una piccola teca d' argento e deposto dentro un calice o pisside o patena. Verso le due della notte i fedeli iniziarono ad avere visioni di stelle, bambini e ostie.

 

Il miracolo eucaristico di Faverney (Chiesa di Faverney, Francia, 1608)

26 maggio 1608, l' ostensorio contenente le Ostie consacrate restando come sospeso tra terra e cielo per trentatre ore rimane illeso da un disastroso incendio che distrugge il tavolo su cui era appoggiato. In tanti testimoniarono l' accaduto e ancor oggi è possibile vedere l' ostensorio e il corporale del miracolo.

 

Il miracolo eucaristico di Torino (1642)

Avvenne il 12 maggio 1642 poco meno di duecento anni dopo il primo miracolo eucaristico.

Tempi difficilissimi e calamitosi quelli che purtroppo si succedevano nel secolo 17°: guerre civili, fratricide, bagnavano le terre piemontesi, come altrove.

Per scampare a sempre possibili tragici e luttuosi incidenti, le popolazioni inermi cercavano spesso ricovero tra le sacre mura di chiese e monasteri.

Era successo infatti che il principe Tommaso di Carignano, spalleggiato dal fratello Maurizio, contrastasse Maria Cristina che reggeva il ducato di Savoia.

Gli eserciti dell' una e dell' altra banda si scontrarono con una terribile carneficina. Ma chi ne fece le spese fu anche stavolta la cittadinanza, vittima di ruberie, stupri e altre violenze terribili.  Per salvarsi dagli scontri delle due fazioni una innumerevole folla era corsa a rinchiudersi nella chiesa dei Frati Cappuccini, dedicata a Santa Maria del Monte.

Ma tra le milizie del principe Tommaso erano stati assoldati numerosi avventurieri, detti "ugonotti", di religione calvinista.

Non parve loro vero di stendere le loro mani rapaci e sanguinolenti su quella povera gente di fede cristiana, che s' era messa, con estrema fiducia, sotto la protezione del Signore Gesù, che però non ha ne armate, ne spade o lance per difendere i suoi.

Con urla terribili, un branco di facinorosi forzò le porte del convento e della chiesa e si precipitò là dove stavano i buoni padri Cappuccini che sostenevano e animavano con la preghiera tanti infelici, terrorizzati.  Ci fu un silenzio tremendo, poi al grido terribile di uno di quegli ugonotti/ le spade brillarono alle luci sinistre delle candele e il sangue innocente cominciò a scorrere a fiotti, mentre cadevano trafitti i religiosi, le donne, i bambini e i vecchi.

Uno di quegli avventurieri/ ormai ubriaco di quell' eccidio scorse l' altare maggiore sopra il quale stava la statuetta di legno di Santa Maria del Monte.  Sotto di esse un intarsio di pietra dure, preziosissime.  Lo sciagurato vi si accostò con in mano un pugnale intriso di sangue innocente.  I suoi occhi fissarono coi riflessi infernali la porticina intagliata del sacro ciborio.  Con pugnale, il sacrilego puntò la lama tra la porticina e la parete del ciborio per aprirlo.

Ne caddero alcune schegge di marmo ma mentre l' infelice soldato di ventura fu sul punto di aprire il sacro ciborio, da essa si sprigionò con un potente rimbombo una vampata di fuoco che investì in pieno il malvagio attentatore.

Gridando, cominciò a correre per la navata della chiesa, ormai in preda alle fiamme, che però non lo punirono come si sarebbe meritato.

Infatti il sacrilego non morì se non dopo aver, più tardi, dato la testimonianza di quel drammatico 12 maggio allorché il Santissimo con una fiammata terribile si difese dalla tracotanza sacrilega.

Quel Dio che nell' Antico Testamento aveva cacciato dall' antico Tempio il pagano Eliodoro, aveva ancora una volta rinnovato la manifestazione della sua terribile potenza contro i sacrileghi profanatori!

Dinanzi a quel segno che fece tremare tutti, l' eccidio in quello stesso istante si arrestò improvvisamente e così il Signore Iddio volle ancora una volta salvare i suoi fedeli che avevano

confidato in lui.  Chi entra nella Chiesa di Santa Maria del Monte a Torino, alzi gli occhi e veda dipinto (su una grande tela, appesa davanti alla balaustra dell' organo sopra la porta centrale) il miracolo eucaristico, che vi ho appena narrato a forti tinte, ma vere.  Gesù Sacramentato ha difeso il suo onore, la sua divina presenza, e ha difeso i suoi devoti.

Il miracolo eucaristico di Siena(14 agosto1730, Chiesa San Francesco):

Il 14 agosto 1730, alcuni ladri rubarono dalla Chiesa Cattedrale di Siena tutte le particole del tabernacolo. Queste furono ritrovate tutte perfettamente intatte nella cassetta delle offerte di un santuario vicino: Santa Maria in Provenzano, dopo averle ripulite dalla polvere e dalle ragnatele si notò che tutte le tre particole si erano perfettamente mantenute nonostante fossero trascorsi alcuni giorni, ancora oggi le sacre ostie sono perfettamente conservate e visibili.

II miracolo eucaristico di Patierno (27 gennaio 1772, Chiesa di San Pietro)

Anche qui le ostie furono rubate dal tabernacolo della Chiesa Parrocchiale di San Pietro e ritrovate perfettamente conservate. Purtroppo, però, a differenza di Siena, esse non sono più visibili perché hanno subito un nuovo e più recente scempio: sono state di nuovo sottratte nel 1978 e non più ritrovate.

 

IL CASTIGO DI UN PROFANATORE XX SECOLO

Nolite errare; Deus non inridetur (Gal 6,7)

(Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio)

Il fatto seguente, avvenuto a Bui-Chu, nel Vietnam del Nord, è stato riportato da l' Osservatore Romano del 16 dicembre 1954.

*Un soldato comunista penetrò nel Carmelo per una ispezione. Mentre si trovava nella cappella, una suora gli disse: `' In questo luogo risiede il buon Dio che bisogna trattare con rispetto".

-Dov' è il vostro Dio? chiese il soldato.

-Là, rispose la religiosa indicando il tabernacolo.

Il soldato imbracciò il fucile e sparò sul tabernacolo. Una pallottola attraversò il ciborio e disperse le ostie. Ma il soldato restò immobile a terra con il fucile imbracciato, senza poter fare il minimo movimento e con gli occhi sbarrati. Una paralisi totale l' aveva trasformato in un blocco inanimato, davanti all' altare che aveva profanato