Epifania del Signore

Inserito in natale anno a.

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 
Omelia (06-01-2023)
don Roberto Seregni

Si prostrarono e lo adorarono

I Magi d'oriente mi hanno sempre affascinato. Fin da piccoli li immaginavo in groppa ai loro cammelli con il naso in sú, verso il cielo, lasciandosi guidare dalla stella per arrivare fino a Bethlemme. A volte ho pensato che forse siano rimasti un po' delusi: tanta strada, tanti sacrifici, tanto tempo per vedere un neonato in una stalla? Si aspettavano un re, e si trovano davanti a un bimbo povero adagiato nella mangiatoia. Ma i Magi non fanno una piega, si inginocchiano, lo adorano e gli offrono i loro doni.
Contemplando questa scena evangelica con un po' di attenzione, possiamo intuire che l'Epifania è una festa dal sapore missionario. L'arrivo dei magi alla grotta di Betlemme spalanca l'annuncio della buona notizia per tutti i popoli della terra.
L'evangelista Matteo, fin dalle prime pagine del suo racconto, chiarisce che Gesù è nato per tutti, nessuno escluso. Anzi: sembra quasi che i piú vicini, quelli che - teoricamente - avevano tutte le carte in regola per riconoscere il messia, in realtà non si accorgono di nulla. La loro unica preoccupazione è quella di conservare il potere, il privilegio e il dominio. E, purtroppo, lo fanno nella maniera più terribile: uccidendo una schiera di bambini innocenti. Mentre i magi d'oriente, stranieri e pagani, si mettono in cammino seguendo una stella per adorare il Re dei Giudei. Matteo presenta abilmente il contrasto tra le tenebre che avvolgono i capi dei giudei e la luce che guida e accompagna i magi venuti dai confini della terra. Sembra quasi che il cammino iniziato con Abramo trovi nei magi il suo più luminoso compimento.
Quel bimbo avvolto in fasce è la terra promessa per tutti i pellegrini e cercatori di verità e libertà. Quel bimbo deposto nel legno della mangiatoia è la luce che illumina e accompagna tutti coloro che caricano il peso del legno della croce. Quel bimbo nato profugo sotto la dominazione straniera è la speranza di tutti i rifugiati, perseguitati e oppressi della storia.

don Roberto

fonte : Qumran2.net

Ti può interessare